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Forqueray Scatenato: quest’ultima parola potrebbe evocare disordine, avere un significato negativo ma invece descrive con precisione i diversi aspetti della musica di Forqueray, la dualità di stile che contraddistingue la musica nella Francia del Re Sole che è francese, ma anche fortemente influenzata dallo stile italiano., uno stile libero, personale, senza catene.

André Lislevand, di madre francese, padre norvegese ma nato e cresciuto in Italia, in compagnia di Paola Erdas al clavicembalo e Jadran Duncumb alla tiorba incarna alla perfezione la libertà di stile musicale che è il focus dell’album nel quale la viola visionaria di Forqueray è contaminata dalla presenza di altri autori coevi, in un continuo gioco di meravigliosa ambiguità di stile.

Tra Francia e Italia

Partiamo dall’assunto storico dell’influenza italiana sulla vita musicale nella Francia del Seicento. Un’influenza tanto indiscutibile quanto intrigante pensando soprattutto alla natura diversa delle due culture: dove nell’italiano prevale la chiarezza del gesto, delle emozioni e del pensiero, il francese evita l’esagerazione e l’univocità, preferendo la suggestione e la raffinatezza del non evidente. Dove l’italiano splende con il virtuosismo, la forza e l’estroversione, il francese coltiva la magia del suono, i colori e la perfezione formale della musica.

Francesi e Italiani sono fratelli nell’anima, si amano ma inevitabilmente vedono anche i loro reciproci difetti. E cosa potrebbe essere più creativo e stimolante di una simile ambivalente relazione?

Nella Francia del XVII, il secolo del chiaroscuro, sarà lo scuro a diventare predominante. Un fenomeno strano ma non unico: interessante notare che a ogni fine di secolo il gusto sembra stancarsi delle voci brillanti e acute cedendo invece al fascino dei suoni gravi, misteriosi o addirittura decadenti. In Francia alla fine del ‘600 il diapason scende di un tono (come faranno i bassisti rock alla fine del’900 per ottenere suoni più drammatici) e gli strumenti più amati diventano quelli con la voce più grave: La Viola da Gamba e La Tiorba.